I FRATELLI
Il legame che si sviluppa tra i fratelli prende l’intero arco del ciclo vitale: il fratello è il parente più prossimo e duraturo nel tempo.
I nostri coniugi e i nostri figli arrivano dopo, i genitori di solito muoiono prima di noi, i nostri fratelli sono sempre stati con noi e continueranno ad esserci anche nel futuro.
Nell’età matura i fratelli rappresentano la sola risorsa familiare: la radice orizzontale che sopravvive alle radici verticali.
Il comportamento dei genitori è di fondamentale importanza per l’armonia del rapporto tra i fratelli: quello che crea la distanza tra i figli e che fa crescere gelosie e successive rivendicazioni è il non equo atteggiamento genitoriale.
Un fratello può essere considerato un ostacolo al proprio successo e un rivale nella contesa dell’amore dei propri genitori o una risorsa costante e presente in tutta la nostra vita.
La posizione che un individuo occupa all’interno della famiglia è molto significativa:
Il figlio maggiore tende ad avere un pronunciato senso di responsabilità ed a essere un conservatore.
Il secondogenito quando viene al mondo, trova un rivale di uno o due anni più grande di lui, con il quale deve confrontarsi.
Per tutta l’infanzia è costretto a seguire questo personaggio che gli segna il passo e che è capace di camminare, di parlare e di fare molte cose prima di lui.
Il terzogenito è invece libero, non è di nessuno, il quarto è di nuovo il primo; ci si muove per triplette.
Al figlio minore è stata da sempre riconosciuta una posizione tutta speciale.
Durante l’infanzia e la giovinezza l’ultimogenito, in genere, è il destinatario di moltissimo affetto, non soltanto da parte dei genitori, ma anche dei fratelli e delle sorelle maggiori.
Grazie alla presenza dei fratelli, il bambino impara a prendere in considerazione il punto di vista degli altri, a superare il proprio egocentrismo, a portare aiuto agli altri quando sono in difficoltà.
Nell’età adulta il rapporto funziona fisiologicamente a corrente alternata, cioè il legame, dovuto alla forte conoscenza reciproca, si riattiva nel momento della necessità e dura quanto il periodo in cui c’è bisogno d’aiuto.
Questo accade anche se i fratelli hanno litigato e non si parlano più da tanto tempo.
Il bisogno riattiva il legame.
DALLA COSTRUZIONE DELLA COPPIA ALLA NASCITA DELLA FAMIGLIA
Una sfida fondamentale, comune a tutte le coppie che si impegnano in un rapporto di lunga durata è quella di riuscire a fronteggiare i cambiamenti.
Le relazioni vanno rinegoziate per tutto l’arco della vita.
La fase della costruzione della coppia richiede la definizione della nuova unità, la contrattazione delle regole, il distacco dalla famiglia di origine.
L’interazione tra i due partner si definisce simmetrica quando tutti i diritti e doveri dell’uno corrispondono a quelli dell’altro; complementare quando quelli di uno dei due compensano quelli mancanti dell’altro.
Nel primo caso la coppia è cementata dall’uguaglianza, nel secondo caso dalla differenza.
Il rapporto coniugale più funzionale è quello di tipo complementare, basato sul bisogno di accettazione, di appartenenza e di rassicurazione reciproca.
Possiamo considerare inadeguato sia un rapporto esclusivamente complementare che determina una relazione di dipendenza psicologica, sia il rapporto di tipo simmetrico, basato sul bisogno di possesso e sull’esigenza di assicurarsi le stesse opportunità e di non perdere nel confronto.
Non di rado un partner manifesta incapacità o impossibilità di separarsi dalla famiglia di origine e di formare un’entità di coppia.
Una coppia diventa famiglia con la nascita di un figlio, ciò comporta necessariamente una rivoluzione delle regole.
Quando i due non sono riusciti a realizzare una consolidata identità di coppia, con la separazione emotiva dalle proprie famiglie di appartenenza, l’arrivo di un figlio determina uno squilibrio difficile da gestire: il figlio può venire utilizzato come canale per ridefinire le relazioni tra i due partner e le famiglie di origine.
I genitori finiscono per scaricare sul bambino le proprie aspettative e le proprie inadeguatezze perché rivivono in lui il proprio ruolo mai risolto di figli.
I genitori sono chiamati a promuovere il distacco, favorendo la crescita psicologica del figlio; è nel momento del distacco che riemergono i problemi della coppia se i conflitti non sono stati superati.
Ciò accade quando il figlio è stato utilizzato come elemento di stabilizzazione e la sua uscita dalla famiglia di origine disgrega anziché cementare l’unione coniugale.
E’ nelle fasi di passaggio che la famiglia può entrare in crisi e chiedere aiuto al terapeuta familiare.